Mosca mediterranea della frutta, Ceratitis capitata

Mosca della frutta

Ceratitis capitata causa gravi danni su tutti gli agrumi ad eccezione del limone che subisce raramente attacchi di scarsa rilevanza. Svolge numerose generazioni annuali a carico dei frutti di varie piante (albicocco, pesco, kaki, ficodindia, ecc.) a diversa epoca di maturazione. La larva non riesce, di solito a svilupparsi all’interno dei frutti con albedo spesso. I danni sono dovuti essenzialmente alle punture di ovideposizione degli adulti che, se numerose, causano la cascola dei frutti. Le numerose maculature che compaiono attorno alle punture deturpano gravemente i frutti.

Gli antagonisti naturali non riescono a svolgere un’azione di contenimento apprezzabile a livello commerciale. Per la cattura dei maschi possono essere utilizzate trappole chemiotropiche innescate con Trimedlure o con bottiglie–trappola.

Esche proteiche addizionate con opportuni principi attivi possono essere distribuite su una parte della chioma o se su tutta la pianta su piante alterne o su filari alterni. La soglia di intervento per mandarini e clementine è di 20 adulti/trappola/settimana in autunno; per arance: 40-50 adulti/trappola/settimana in autunno e 10 adulti/trappola/settimana in primavera. L’esame va fatto su 20 frutti/pianta sul 5% delle piante.

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